MATTEO
MONTAPERTO

Matteo Montaperto nasce  a Negrar, in piena Valpolicella, il 24 aprile 1987.
Trascorre la sua infanzia nella bella Verona che impara a conoscere alla perfezione anno dopo anno, vicolo dopo vicolo, pietra dopo pietra.
Grazie ai suoi genitori si appassiona a quel cinema delicato ed elegante fatto di immagini in bianco e nero e di attori sopraffini. Passa da un cartone animato Disney ad Alfred Hitchcock e Raimondo Vianello senza alcun tipo di esitazione. Si appassiona, di conseguenza, anche al teatro e alla fotografia.
Ruba costantemente la vecchia Nikon a pellicola di papà per provare a fotografare la realtà che lo circonda, dalla sua famiglia alla sua amata città.
Si diploma malamente come perito informatico presso l’ITIS G. Marconi e decide di riscattarsi come studente iscrivendosi al DAMS di Roma 3 qualche mese dopo la maturità.
Si trasferisce, di conseguenza, nella capitale e scopre in poco tempo i corsi di fotografia, regìa, cinema e teatro. Con entusiasmo e con poche ore di sonno decide di imparare il più possibile su tutte queste discipline che lo affascinano e lo stimolano come non mai.
Passano gli anni e dopo aver frequentato i corsi di fotografia del professor Arciero e aver affiancato per pochi giorni il pluripremiato Klavdij Sluban, Matteo inizia a lavorare anche a teatro come attore professionista.
Fonda il trio comico Due & Mezzo e lavora altresì come fotografo su alcuni set cinematografici e sui palchi dei teatri di Roma effettuando spesso anche book professionali per artisti.
Non contento, viene assorbito dalla splendida realtà di Ascosi Lasciti ed inizia la sua avventura come fotografo/autore di articoli reportistici sul tema Urbex (Urban Exploration). I luoghi abbandonati lo attraggono talmente tanto che diventa parte del Direttivo di questa associazione e, tutt’ora, organizza mostre ed eventi sul tema.
Gli anni (maledizione) continuano a passare e Matteo lavora sempre più spesso come fotografo matrimonialista e come attore/autore presso la compagnia Readarto.
Una vita, al momento, fatta di immagini e di composizione estetica. Se è vero che la curiosità e lo studio rendono gli uomini felici Matteo si può definire entusiasta. Non vi è attimo in cui il suo occhio non cerchi un particolare da fotografare o il suo cervello non pensi una battuta da scrivere.
Matteo ricerca in ogni lavoro l’eleganza e la cura dei particolari senza mai tralasciare quello che, autoreferenzialmente parlando, potrebbe considerare ormai il suo “stile”.
Sostiene l’arte e la cultura a spada tratta e cerca di esaltarne i valori. Ama far sorridere le persone come faceva Doisneau con i suoi scatti o Walter Chiari con le sue battute.
Ma soprattutto non vi vuole annoiare e, di conseguenza, lascerà parlare i suoi scatti per lui.
Come direbbero al cinema: “buona visione”.

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